Artigiani e commercianti di Pisa nei registri del convento di Sant’Antonio abate
(1782-84)


Nella seconda metà del settecento i frati Servi di Maria, che dimoravano a Sant’Antonio abate di Pisa, riuscirono a mantenere alto il prestigio dell’Ordine portando avanti la liturgia propria e il lettorato (l’insegnamento) di Dogmatica nella Facoltà Teologica dell’Università della città.
Inoltre amministrarono con cura i loro beni e vissero nella tranquillità economica tanto che, ricavando del sovrappiù dai poderi, poterono vendere a terzi prodotti come la farina e la crivellatura dei cereali, la semola, il semolino, il vino, la “foglia” e pure le albicocche dell’orto. Così annotarono e si può riscontrare nei libri contabili rimasti negli archivi, fonti di preziose informazioni.
In particolare, nelle uscite di uno dei registri, compilato a partire dall’agosto 1782, sono riportate, per le occorrenze della comunità, le spese in dettaglio, comprese quelle necessarie ai bisogni della vita quotidiana: l’alloggio, i pasti, il riscaldamento eccetera.
Oltre a queste, per fare degli esempi interessanti, annotarono i pagamenti fatti per avere l’acqua in bombola portata al convento da un carrettiere, per il vino comprato fuori, come il moscato di Livorno o il vino di Vicchio (Mugello), o per la cioccolata offerta ai preti chiamati a dir messa o a confessare nei giorni importanti.
Anche nei tempi di festa, infatti, i frati per celebrarli con decoro, come si richiedeva, affrontarono maggiori spese. Così nel registro appaiono le uscite per il giorno di Sant’Antonio abate e dei Sette Santi Fondatori (entrambi il 17 gennaio) – quando si addobbava la chiesa con il timo e la mortella e, invocando il santo protettore degli animali, si benedicevano i cavalli –; gli esborsi per le Quarantore (nel periodo di Pasqua), per San Ranieri (giugno), quando si invitavano ospiti a tavola e una volta mancò il pane, per la processione del Corpus Domini con i crociferi e chierici, per Santa Giuliana Falconieri (giugno) e per San Filippo Benizi (agosto). Sul finire del secolo, a novembre, i frati di Sant’Antonio ospitarono in chiesa anche la festa di Sant’Omobono dell’Unione dei Mercanti e Sarti.
Altre spese interessanti segnate nel registro sono quelle per la compera di medicine dalla spezieria delle Madri di San Benedetto e per le prescrizioni speciali come il “latte di somara”, ordinato per 41 giorni dal medico al p. Carlo Bartoli lungamente malato, e bisognoso anche di pomata di rose, di unguento di canfora e del “precipitato”.
Si segnala poi il pane per i contadini che portavano al convento vino, grano, piccioni e galletti dai poderi, le elemosine ai poveri i quattro venerdì del mese, la “tassa di redenzione di Putignano” (un’imposta fondiaria unica legiferata in quei tempi) e i “freschi” acquistati per la nascita a Pisa dell’arciduca Ranieri (ottobre 1783), nono figlio di Pietro Leopoldo con le successive feste per a granduchessa Maria Luisa entrata “in santo”, cioè ritornata in chiesa la prima volta dopo il parto. Di valore documentario sulla Pisa del XVIII secolo infine sono i nomi degli artigiani e dei commercianti che resero i loro servigi al convento. Come contributo alla storia della città, ne riporto qui di seguito le generalità nel periodo che va dall’agosto 1782 all’agosto 1784, al tempo del priore p. Giovanni Angelo Santoni.

ARTIGIANI E COMMERCIANTI A PISA NEGLI ANNI 1782- 1784

(Nel registro non è specificata la sede della bottega)



Accordatore dell’organo di chiesa: Benedetto Tronci [1756-1821, figlio di Filippo, appartenente a una celebre famiglia di organari pistoiese]
Apparatore: Martinelli, forse Giovanni Battista [tappezzieri in città dal 1723 ad oggi]
Barbiere: Domenico Garinei
Barilaio: Giovan Battista Mognetti
Carbonaio, venditore di legna e brace: Francesco Menicagli, per brace; Pietro Luperi per trasporto di legna levate dalla macchia di Collesalvetti; Pietro Bini per legna levata dalla macchia di Scacciapolli [oggi via Scacciapolli a Fauglia]; Giuseppe Tognotti per acquisto di cerri e piante per far legna da ardere
Carrettiere: Vincenzo Niccolosi per accomodatura del carretto dell'acqua
Ceraiolo: Stefano Baldacci, sua cereria
Ceramista: per piatti di Empoli su ordine dei Levantini [nota fabbrica familiare di ceramiche dipinte a Empoli] a Giovanni Querci
Crivellatore e granarista: Pietro Grasselli
Cucitrice e ricamatrice: madre Costanza Venturi del convento di San Bernardo per imbiancatura e assettatura dei panni della sagrestia
Falegname (legnaiolo): Ranieri Falciani
Farmacista: Madri di San Benedetto per medicine, loro spezieria
Fornaciaio: Bartolomeo Gattai
Fornaio: Agata Tellini vedova per cottura del pane
Lavandaia: Giuliana Mezzani
Macellaio: Ranieri Crecchi
Magnano (stagnino, per piccoli lavori in ferro): Cosimo Bonacchi per fattura di una chiave; Braccelli Giovanni Battista per i lavori di Benedetto, suo figlio defunto; Gregorio Gereschi; Bernardo Bensi per una toppa dell'armadio dell'archivio
Manovale: Valentino Caramelli, per il muro dell'orto
Materassaio: Cantoni
Medico: Venanzio Nisi e Stefano Tantini chirurgo [Venanzio Nisi, cerusico e anatomista di Santa Sofia di Romagna, fu anche un benefattore dei ragazzi poveri; è dedicata a lui una via a Pisa vicino al bastione Stampace]
Mugnaio: Raffaello Bartalena
Muratore: Giovanni Battista Toscanelli; Gonnelli, per lavori alla casa di via Maddalena
Orefice: Orazio Parducci per accomodatura della croce di argento [nato nel 1724, ebbe la bottega in Borgo]
Organista: Santi Benvenuti [organista del duomo, sposò Antonia Maffei e fu padre di Nicola, anch’egli organista e compositore]
Orologiaio: Gioacchino Lenci accomoda l'orologio di sagrestia
Potatore: Susini, degli albicocchi dell’orto
Sacerdote: don Francesco Corsini, per cera; don Tommaso fratello del curato della Maddalena, confessore
Scritturale: Ferdinando Boezi
Servitore: Lorenzo Biagini per portatura dell'acqua e bucato e per alzatura dei mantici dell'organo; Ranieri Venturi; il Gallinaio
Ufficiali pubblici: Cosimo Mari cassiere delle possessioni di Sua Altezza nella macchia di Badia di Collesalvetti [† 1799, già responsabile della dogana del sale]; Pietro Ruschi camarlingo del Comune per la tassa di redenzione di Putignano; Gherardo Silvatici [allora gonfaloniere di Pisa]; forse qui anche Giuseppe Santoni
Venditore di legumi: Angelo Fontana per ceci e fagioli bianchi
Vetraio: Giovanni Gualberto Matraini

Paola Ircani Menichini, 2 novembre 2023.
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